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MONICA MEZZI

CHI SONO:

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Sono Monica Mezzi, ho 32 anni, sono psicologa e psicoterapeuta sistemica familiare.

Sono vice Presidente dell'Associazione LeA Liberamente e Apertamente, associazione che si occupa di tutelare le persone lgbtqi*; sono responsabile di Spazio Arcobaleno, uno sportello di consulenza psicologica gratuita presente dal 2015 nell territorio leccese.  

Oltre alla passione per la psicologia mi diletto nella creazione e gestione di spazi web, editing video; collaboro dal 2014 alla realizzazione del festival di cinema Salento Rainbow Film Fest. 
Scrivo progetti per il sociale e lavoro come libera professionista presso il mio studio a Lecce.

ESPERIENZE FORMATIVE E LAVORATIVE:

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Mi sono laureata nel 2011 all’Università degli Studi di Bari in Psicologia Clinica; la passione per la Psicologia Sociale mi ha portata nel 2013 ad intraprendere un dottorato di ricerca in Scienze della Mente e delle Relazioni Umane, presso la cattedra di Psicologia di Comunità dell'Università del Salento, occupandomi dello studio delle migrazioni e delle strategie di acculturazione.

Contemporaneamente ho intrapreso diversi tirocini formativi in vari ambiti della psicologia (genitorialità ed adozione, adolescenza, disturbi alimentari) e nel 2015 ho cominciato il percorso di specializzazione in terapia sistemica relazionale e familiare presso l'Istituto Metafora a Bari.

La predisposizione di questa scuola verso un approccio psicodinamicamente orientato e una serie di circostanze personali, hanno fatto sì che la mia formazione divisa tra sociale e clinica (e tra clinica sistemica e dinamica), si intrecciasse in un melting pot tutto personale.
Ho sempre pensato che non facesse per me posizionarmi all'interno di una categoria ben definita e questo, anche se con fatica e tanto caos, mi ha dato la possibilità di spingermi oltre i miei condizionamenti e di approfondire, sempre.
In questo processo di approfondimento ho avuto il piacere di conoscere una serie di formatori, mentori ma anche colleghi e colleghe giovani che mi hanno ispirata e mi hanno lasciato tutti qualcosa, che ora custodisco e rielaboro e, spero, col tempo di affinare sempre più.
Credo che la formazione debba sempre basarsi sull'apertura del pensiero, sul non riduzionismo, sulle connessioni. E' per questo che da anni mi confronto con colleghi di diversi approcci psicoterapici e che approfitto di ogni occasione possibile per entrare in contatto con ciò che non so ma che potrei imparare.

Credo che la forza delle nuove generazioni stia proprio in questo: credere in qualcosa, portare avanti un obiettivo, ma sapendo che la strada da percorrere può avere diramazioni diverse e che esplorarle tutte (o il più possibile) può essere molto utile.

IL MIO IMPEGNO POLITICO:

Varie ragioni mi hanno sempre spinta ad interessarmi delle questioni sociali e delle organizzazioni che nascono intorno ai problemi che tali questioni portano alla luce. Negli anni ho partecipato a varie associazioni e diversi gruppi informali impegnati nella lotta alla tutela ambientale, dei diritti civili e della promozione di una cultura più equa e democratica.

Credo molto nel valore del Senso di Comunità e, personalmente, essendo originaria di Taranto, formatami a Bari e dal 2012 trapiantata a Lecce per lavoro e formazione, ho sentito molto negli anni la difficoltà di riconoscermi in un'unica comunità. Partendo da queste esperienze personali, ho sempre cercato momenti, situazioni in cui poter sentire di appartenere e, laddove questo non era possibile, mi sono impegnata in prima linea affinché si creassero le condizioni per permettere ad altri, nella mia stessa condizione di nomade, di sentirsi "a casa". 
L'impegno nella politica professionale è una sfida nuova per me, ma si è andata a collocare facilmente all'interno del mio modo di riflettere, vivere e agire nei gruppi.

Mi sono interrogata molto su quale contributo potesse portare una giovane psicologa come me rispetto ad altri colleghi più grandi e sicuramente più formati della sottoscritta. 

In questa riflessione è stato fondamentale parlare con le persone, i miei stessi coetanei, colleghi trasferitisi al Nord, o che hanno gettato la spugna e ora fanno un lavoro completamente diverso da quello per cui hanno studiato tanto; è stato importantissimo confrontarmi anche con chi è stato visionario e ha progettato modelli alternativi dell'essere psicologi, o chi, invece, come molti di noi, fa lo psicologo come secondo o terzo lavoro ma continua a sperare perché la psicologia è troppo importante per lasciarla andare.

Ecco, la connessione con tutte queste esperienze mi ha fatto conoscere il pensiero di tanti di noi che, chi per un motivo, chi per un altro, non si sente parte di una comunità, quella che attraverso l'organo istituzionale dell'Ordine dovrebbe essere sancita e tutelata. Non ci si sente rappresentati e, di conseguenza, ciascuno di noi agisce in solitudine. La mia candidatura con Progetto Psicologia parte da queste riflessioni: voglio occuparmi dell'ascolto delle esigenze delle nuove generazioni, per aprire un dialogo consapevole con chi ci ha preceduti, in un'ottica di integrazione delle forze e delle risorse di ciascuno di noi. Voglio rendermi responsabile dell'attenzione rivolta alle proposte, alle esperienze, alle possibilità che esistono ma che, per mancanza di rete e comunicazione efficace, molti psicologi pugliesi non sanno di avere.

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